Scenari attuali e prospettive future dell’educazione nel contesto latinoamericano

Negli ultimi decenni l’America latina si è confermata un laboratorio di politiche sociali e educative, anche per l’affermazione di governi progressisti che sono sorti dal basso o si sono legittimati come tali. Seppure con limiti più o meno significativi a seconda dei diversi contesti nazionali, si sono registrati notevoli cambiamenti, che hanno permesso da una parte di contrastare le diseguaglianze, garantendo l’accesso all’educazione anche da parte di gruppi sociali storicamente esclusi; dall’altra di promuovere delle trasformazioni nei sistemi e nelle pratiche educative, al fine di valorizzare le molteplici differenze che abitano il continente, in primis quelle incarnate dai popoli indigeni e afrodiscendenti.

Per fare solo un esempio: nel 2003, il Brasile ha approvato la legge 10.639, che rende obbligatorio l’insegnamento della storia e della cultura africana e afrobrasiliana nelle scuole e che è stata modificata nel 2008 con la legge 11.645, che include anche la storia delle popolazioni indigene. Si tratta di una svolta non semplice e non priva di contraddizioni per le sue implicazioni risarcitorie ma che ha dato vita a un dibattito significativo, testimoniato peraltro da alcune pubblicazioni dell’UNESCO, sulla necessità di comprendere i complessi itinerari di formazione culturale, per favorire il superamento dei rapporti di soggezione.

La congiuntura attuale, tuttavia, disegna uno scenario contradditorio e complesso – troppo spesso semplificato nell’opinione pubblica europea – nel quale la reazione conservatrice avanza, in genere in modo autoritario, all’interno dell’apparato statale di molti paesi ma, allo stesso tempo, esplode la partecipazione popolare. Il campo della conflittualità sociale appare, infatti, dinamico e in continuo mutamento: al fianco delle traiettorie politiche più mature, rappresentate dai movimenti indigeni, sindacali, contadini, dei senza terra, studenteschi etc., compaiono nuove soggettività e istanze sociali.

In particolare, in questa cornice, la rilevanza dell’educazione si manifesta in diversi aspetti:

  • Sul piano dei contenuti, è un tema chiave dell’agenda di privatizzazioni neoliberiste propria dei governi reazionari che stanno prendendo piede nel continente ma è anche al centro delle proteste di piazza, tese ad affermare, difendere o promuovere l’educazione come un diritto di tutte e tutti.
  • Sul piano epistemologico, è attraversata dalla lotta per il riconoscimento di saperi e visioni del mondo altri rispetto al pensiero unico eurocentrico, storicamente imposto ai popoli latinoamericani. In questo senso, Paulo Freire e la pedagogia popolare continuano a costituire un riferimento fondamentale, così come Jose Marti, Enrique Dussel, Gabriela Mistral, Simon Rordiguez, Augusto Boal.
  • Sul piano metodologico, caratterizza gli spazi di impegno, che si configurano come contesti di educazione critica rispetto a coloro che vi partecipano ma anche rispetto alla società più ampia. È emblematico a questo proposito l’eterogeneo panorama del femminismo, che ha saputo attivare un processo di azione-riflessione comune a molte esperienze di oppressione, resistenza e lotta, riuscendo spesso a valicare i confini nazionali.
  • Sul piano della rappresentazione, i contesti dell’educazione formale, non formale e informale sono il terreno privilegiato di una battaglia tra opposte letture della realtà. La categoria della colonialità del potere e del sapere, elaborata da Anibal Quijano e da altri autori latinoamericani, è cruciale per comprendere il sostrato sociale e la posta in gioco di questa battaglia.

Sono benvenuti sia articoli che entrino nel merito di un preciso contesto nazionale sia articoli che propongano un’analisi complessiva sugli scenari attuali e le prospettive dell’America Latina, in relazione alle sfide sociali e educative. In particolare, sono incoraggiati contributi basati sulla partecipazione riflessiva ai processi sociali che stanno attraversando il continente, siano essi rapporti di ricerca o resoconti di esperienze. In ogni caso le proposte dovranno essere caratterizzate da un approccio critico e problematizzante.

Gli autori sono invitati a seguire scrupolosamente le indicazioni redazionali (http://educazioneaperta.it/indicazioni-redazionali) e a inviare il proprio  contributo in italiano, spagnolo, portoghese, inglese o francese entro il 30 aprile 2020, all’indirizzo redazione@educazioneaperta.it.

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