Letteratura per l'infanzia è letteratura | Children's literature is literature

DOI: 10.5281/zenodo.8225412  | PDF | Numero 14/2023

Questa serie di interventi ha origine in un dialogo sulla posizione della letteratura per l’infanzia nella letteratura cominciato su un social network. Ne sono nate diverse considerazioni sul pregiudizio, sulla difficoltà e sulla diffidenza, ancora così persistenti, rispetto al riconoscimento della letteratura per l’infanzia come letteratura: non solo negli ambiti accademici (dove i corsi ad essa dedicati stanno quasi esclusivamente nelle facoltà legate alla formazione, agganciandola così a doppio filo agli scopi educativi, seppure viceversa nel curriculum di chi si prepara a diventare insegnante lo spazio per la letteratura sia poco, o inesistente addirittura), ma anche nei media, negli eventi culturali, tra il pubblico di lettori e lettrici, perfino negli stessi ambienti letterari tradizionalmente considerati appannaggio esclusivo degli adulti.

Che idea dell’infanzia sottende, tutto ciò?

Molti gli interventi e i contributi preziosi, che hanno aperto altre finestre interessanti di riflessione, provenendo da persone interessate alla letteratura per l’infanzia in ambiti e ruoli differenti. Proviamo ora a spostare la discussione dal pourparler social a uno spazio che consente maggiore approfondimento e, se possibile, l’attivazione di un ragionamento più ampio, articolato e strutturato, anche istituzionale, capace magari anche – così speriamo – di accogliere nuove voci, e di innescare mutamenti concreti.
Violando i confini, sovvertendo la rigidità delle definizioni e degli schemi.
Il primo intervento è a firma di Giovanna Zoboli, autrice, poeta, editor ed editrice di Topipittori. Giovanna pone una questione cruciale che sta a monte, rispetto al nostro discorso: la parte della dimensione estetica nella relazione che il libro instaura con lettrici e lettori. L’attenzione all’esperienza estetica come generatrice di senso, pratica di significazione a partire dal nesso inestricabile tra forma e contenuto. E l’analfabetismo adulto nel riconoscere la qualità estetica dei libri per l’infanzia, come elemento primario del loro valore. In sostanza, che posto ha l’esperienza estetica per gli adulti?

L’autrice 

Cristina Bellemo vive a Bassano del Grappa. Laureata in lettere classiche, è giornalista da oltre venticinque anni. È direttrice responsabile della rivista L’Abbecedario, edita da A.B.C.Associazione Bambini Chirurgici dell’ospedale pediatrico Burlo Garofolo di Trieste.
Scrive per diversi editori, e i suoi libri sono stati tradotti per tanti Paesi. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra i quali, nel 2021, il premio Andersen come miglior scrittrice. Incontra costantemente lettrici e lettori, e tiene seminari, laboratori, corsi sulla letteratura per l’infanzia e sulla cura delle parole (intorno alle quali la sua ricerca è incessante).