Gli ecomusei in Sicilia: approcci partecipativi e possibili paradigmi di risposta alle povertà educative | Ecomuseums in Sicily: participatory approaches and possible paradigms of response to educational poverty

DOI: 10.5281/zenodo.10645971 | PDF | Educazione Aperta 15/2024

Ecomuseums represent a breakthrough in the educational approach to cultural and environmental heritage. Unlike traditional museums, they focus on the active participation of local communities, transforming the territory itself into a widespread museum. This article analyzes the conceptual evolution of ecomuseums, focusing on their integrative function between natural, cultural and social elements. It explores how ecomuseums, through active education, foster the empowerment of communities, promoting critical awareness and responsibility. Through a case study, the Ecomuseum of Heaven and Earth of Acireale, it is demonstrated how ecomuseums are effective tools in combating educational poverty, offering opportunities for experiential and inclusive learning. In Sicily, where socio-economic inequalities persist, ecomuseums emerge as educational metaprojects, promoting intergenerational interaction and involving communities in a process of conservation and enhancement of cultural and natural heritage. The creation of a network of ecomuseums in Sicily amplifies these benefits, encouraging collaboration and cultural promotion at regional and international level. The crucial role of territorial pacts in promoting  shared and inclusive governance, contributing to a more participatory management of local resources, is highlighted. Sicilian ecomuseums stand as valuable resources in promoting education, heritage conservation and the development of local communities.

Keywords: Sicilian ecomuseums; participatory education; inclusive governance; Inequalities; Educational poverty

Introduzione

L’educazione è un elemento cruciale per il progresso sociale, culturale ed ambientale di una comunità. Tradizionalmente, i musei hanno svolto un ruolo importante nell’educazione, ma spesso si sono concentrati sulla conservazione passiva del patrimonio, senza coinvolgere attivamente la comunità locale (Read, 1980). L’ecomuseo, invece, si propone di superare questa limitazione, mettendo al centro del processo educativo la partecipazione attiva delle persone che vivono e lavorano in un determinato territorio. Una definizione assiomatica di ecomuseo può essere tratta solo a partire dagli studi dell’ultimo ventennio: l’ecomuseo si basa sull’idea che il patrimonio culturale e ambientale non debba essere solo conservato, ma anche vissuto e compreso dalla comunità, diventando parte integrante del loro quotidiano (de Varine, 2005). Il concetto di ecomuseo può essere definito nella struttura di un museo territoriale che si estende oltre le mura di un edificio e coinvolge l’intero paesaggio culturale e ambientale di una determinata area geografica (ibidem). A differenza dei musei tradizionali, l’ecomuseo si concentra sull’interazione tra gli elementi naturali, culturali e sociali del territorio, promuovendo un approccio olistico alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio (Becucci, 2007). Gli ecomusei facilitano la partecipazione della comunità attraverso una serie di attività, come la ricerca, l’organizzazione di mostre, laboratori, workshop e eventi culturali. Il funzionamento dell’ecomuseo si basa sull’educazione attiva, che mette al centro dell’apprendimento l’esperienza diretta, la partecipazione attiva e la co-creazione di conoscenza. La comunità locale diventa parte integrante del processo educativo, contribuendo con le proprie competenze, esperienze e tradizioni: questo coinvolgimento attivo favorisce l’empowerment delle persone, stimolando la consapevolezza critica e la responsabilità nei confronti del proprio patrimonio culturale e ambientale. L’educazione attiva così promossa dagli ecomusei favorisce anche lo sviluppo di competenze trasversali, come il pensiero critico, la collaborazione, la creatività e la cittadinanza attiva (Mussinelli e Riva, 2018). 

Perché è importante parlare degli ecomusei? Si è visto che, di fatto, questi hanno un impatto significativo sulla valorizzazione del patrimonio. Un modo semplice ma efficace per comprendere cos’è un ecomuseo è confrontare le componenti chiave di un museo tradizionale con quelle di un ecomuseo. Questo confronto evidenzia che l’equazione “Museo tradizionale = edificio + collezione + personale esperto + visitatori pubblici” si contrappone all’approccio dell’ecomuseo, che invece si basa sull’equazione “Ecomuseo = territorio + patrimonio + memoria + comunità”. Mentre il museo tradizionale si focalizza principalmente sull’oggetto esposto all’interno di un edificio, l’ecomuseo amplia il concetto di musealizzazione, coinvolgendo il territorio circostante, il patrimonio materiale e immateriale, la memoria collettiva e la partecipazione attiva della comunità. Questa equazione rappresenta una trasformazione significativa nell’approccio museale, ponendo l’accento sull’inclusione, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale e naturale in un contesto più ampio e interconnesso.

Orientandosi in tal senso, gli ecomusei assumono un ruolo significativo nella promozione della sostenibilità ambientale e dello sviluppo locale. Attraverso l’educazione attiva, sensibilizzano la comunità sui temi legati all’ambiente, alla biodiversità, al cambiamento climatico e alla gestione sostenibile delle risorse. Gli ecomusei possono anche promuovere pratiche ecosostenibili all’interno della comunità, incoraggiando l’adozione di stili di vita più sostenibili; possono altresì fungere da catalizzatori per lo sviluppo economico locale, ad esempio promuovendo l’agricoltura tradizionale, l’artigianato locale e il turismo responsabile.

Uno strumento per lo sviluppo sostenibile delle comunità locali

Se negli ultimi anni, gli ecomusei hanno acquisito crescente importanza come strumenti per promuovere lo sviluppo sostenibile delle comunità locali, va detto anche che la ricerca accademica ha concentrato i propri sforzi nell’indagare diverse aree chiave riguardanti gli ecomusei.

Una di queste aree di studio riguarda la teoria e i concetti degli ecomusei: un chiaro segnale di interesse è legato al fatto che la letteratura ha approfondito i principi teorici sottostanti gli ecomusei, le loro definizioni e i loro obiettivi, analizzando inoltre attentamente le caratteristiche chiave degli ecomusei e la loro relazione con il concetto di sviluppo sostenibile (Riva, 2020a).

Un altro aspetto fondamentale degli ecomusei che ha ricevuto notevole attenzione è, come si è già avuto modo di sottolineare, il coinvolgimento attivo della comunità. La letteratura accademica ha esaminato modelli di partecipazione comunitaria e strategie per coinvolgere attivamente le persone nel processo decisionale e nella gestione dei musei. Questo coinvolgimento rappresenta un fattore determinante per il successo degli ecomusei.

La sostenibilità è un tema cruciale per gli ecomusei, che pongono un’enfasi particolare sulla gestione ambientale, la promozione dell’economia locale e la salvaguardia delle tradizioni culturali: in particolare, Raffaella Riva (2009; 2018; 2020a; 2020b) si è concentrata su come gli ecomusei possano contribuire in modo significativo alla sostenibilità a livello locale e regionale, identificando le migliori pratiche in questo ambito; gli studi di Riva hanno altresì esaminato l’impatto sociale ed economico degli ecomusei sulle comunità locali. Sono stati condotti approfondimenti riguardo agli effetti sociali, come la coesione comunitaria e la valorizzazione delle identità culturali, così come gli effetti economici, quali l’incremento del turismo culturale e la creazione di opportunità di lavoro per i residenti.

Infine, la gestione e la governance degli ecomusei sono stati oggetto di studio approfondito, ed è possibile concludere che la ricerca ha indagato le migliori pratiche nella gestione degli ecomusei, coprendo aspetti che vanno dalla pianificazione strategica alla gestione delle risorse umane, dalla promozione delle attività museali alla sostenibilità finanziaria.

Diversi casi di studio in tutto il mondo dimostrano l’efficacia degli ecomusei come processi di educazione attiva per la comunità. Si è già avuto modo di notare come dagli esempi nazionali e internazionali è possibile cogliere come gli ecomusei si differenziano dai tradizionali musei perché coinvolgono attivamente le comunità locali nel processo di conservazione e valorizzazione del patrimonio; non si limitano alla semplice esposizione di oggetti o monumenti, ma abbracciano le tradizioni, le storie, le pratiche culturali e l’identità della comunità. Attraverso la partecipazione delle persone che vivono nel territorio, si promuove un legame profondo tra la comunità e il proprio patrimonio, stimolando un senso di appartenenza e orgoglio locale. Inoltre, gli ecomusei promuovono uno sviluppo sostenibile, integrando gli aspetti culturali, ambientali ed economici (Riva, 2020a, pp. 145-156). Questo approccio olistico mira a preservare non solo il patrimonio, ma anche a stimolare l’economia locale attraverso attività turistiche, artigianato, produzioni locali e servizi legati al territorio. La creazione di ecomusei e reti ecomuseali nelle aree di crisi, come la Sicilia, si rivela dunque una proposta valida per diversi motivi. La Sicilia, è fatto noto, pur vantando un suo ricco patrimonio storico, culturale e naturale, affronta sfide socioeconomiche significative. Tuttavia, l’istituzione di ecomusei potrebbe contribuire a mitigare tali sfide promuovendo lo sviluppo sostenibile. Attraverso la valorizzazione del patrimonio locale, l’ecomuseo potrebbe favorire il turismo responsabile, la creazione di occupazione e il coinvolgimento attivo della comunità nella gestione e nella conservazione delle risorse territoriali. In tal modo, si potrebbe promuovere il benessere generale della popolazione siciliana, incoraggiando la partecipazione comunitaria e la tutela delle risorse locali (ibidem).

In quest’ottica, la creazione di una rete di ecomusei in Sicilia offre l’opportunità di coordinare le attività e di favorire la collaborazione tra le diverse realtà territoriali. Questa rete permette di condividere esperienze, conoscenze e risorse, promuovendo sinergie tra gli ecomusei e creando una piattaforma comune per la promozione culturale e turistica. Ciò favorisce la valorizzazione del patrimonio siciliano a livello regionale e internazionale (L’Erario, 2017).

In seguito all’emanazione della Legge regionale 16/2014 per il riconoscimento degli ecomusei in Sicilia e all’approvazione dei tredici ecomusei regionali con D.A. n. 77/Gab. del 10/12/2020, in Sicilia è finalmente in corso lo sviluppo del modello ecomuseale come “strumento di valorizzazione dei territori”. Sono ecomusei regionali in Sicilia: 

  1. ecomuseo “Mare Memoria Viva”, proposto dall’associazione Mare Memoria Viva a Palermo;
  2. ecomuseo “I luoghi del lavoro contadino”, proposto dall’associazione per la conservazione della cultura popolare degli Iblei, Buscemi-Palazzolo Acreide (Siracusa);
  3. “Ecomuseo degli Iblei” proposto dall’associazione Sistema Rete Museale Iblei, Canicattini Bagni (Siracusa);
  4. “Ecomuseo della Grotta del Drago, della Cava e della città di Scordia” proposto dall’associazione Parco Cava-Grotta del Drago, Scordia (Catania);
  5. “Ecomuseo del Cielo e della Terra”, proposto dalla fondazione Città del Fanciullo, Acireale (Catania);
  6. “Ecomuseo delle Madonie”, proposto dall’Unione dei Comuni “Madonie”, Castellana Sicula (Palermo);
  7. “Ecomuseo dei Cinque Sensi” proposto dall’associazione di promozione sociale Ecomuseo dei Cinque Sensi, Sciacca (Agrigento);
  8. ecomuseo “Riviera dei Ciclopi” proposto dal Comune di Acicastello (Catania);
  9. “Ecomuseo della Valle del Loddiero” proposto da Club per l’Unesco di Militello Val di Catania (Catania);
  10. ecomuseo “Rocca di Cerere Geopark” proposto dalla Società consortile Rocca di Cerere Geopark a Enna;
  11. ecomuseo “I Sentieri della Memoria”, proposto dall’associazione Zabara di Campobello di Licata (Agrigento);
  12. ecomuseo “Oikomuseo del grano e della cultura locale”, proposto dall’ATS “Oikomuseo del Grano e della cultura locale” con capofila il Comune di Baucina (Palermo) e la partecipazione della Pro Loco Baucina (Palermo);
  13. ecomuseo “Dalle Valli al Mare”, proposto dall’associazione Culturale FACITUR (Folklore, Arte, Cultura per l’incremento turistico) di Ciminna (Palermo).

Una  Rete degli ecomusei, la cui costituzione è prevista dall’articolo 4 della Legge 16/2014, non esiste ancora giuridicamente, ma dall’analisi dell’articolo sopracitato sembra chiaro come l’iniziativa nasca dalla necessità di rispondere alle molteplici istituzioni pubbliche e private, scuole, accademie d’arte, associazioni culturali e aziende coinvolte nel sistema integrato della promozione culturale, che attendono con grande entusiasmo l’inizio di un risveglio culturale ed economico derivante dall’organizzazione di attività degli ecomusei per la salvaguardia del patrimonio culturale siciliano (ibidem). La rete degli ecomusei rappresenta lo strumento idoneo per lo sviluppo dell’imprenditoria e la valorizzazione del territorio; si tratterebbe di un sistema integrato di percorsi collegati che favorisca una visione complessiva dello sviluppo del territorio, in cui cultura, innovazione tecnologica, artigianato, mercati popolari, ristorazione, laboratori gastronomici, ambiente, paesaggio, tradizioni popolari, tradizioni legate al culto dei santi, itinerari culturali ed artistici siano collegati in un modello di sviluppo unitario, partendo dall’assunto che l’arte e la cultura dovrebbero garantire a tutti il libero accesso, e che esse stesse contribuiscono alla crescita economica e sociale del sistema (Read, 1980; Dewey, 2020; Salvato, Batini e Scieri, 2020) . La rete degli ecomusei rappresenta l’organismo di governance di un “progetto culturale” che offre un ampio respiro al sistema degli attrattori culturali e naturali del territorio. Gli ecomusei in Sicilia si basano sull’idea di coinvolgere attivamente le comunità locali nel processo di conservazione e valorizzazione del patrimonio, e questo approccio partecipativo si traduce in un’esperienza più autentica e inclusiva per i visitatori, in quanto offre la possibilità di scoprire il patrimonio attraverso le esperienze delle persone che vivono e preservano quel territorio (Borrelli e Vitali, 2018).

Una delle caratteristiche distintive degli ecomusei è la loro capacità di abbracciare l’intero paesaggio culturale e naturale di una determinata area. Questo significa che non solo vengono preservati monumenti, siti archeologici o opere d’arte isolati, ma vengono considerati anche gli aspetti immateriali come le tradizioni orali, le pratiche agricole, le tecniche artigianali e le feste popolari. In questo modo, gli ecomusei fungono da ponte tra il passato e il presente, valorizzando le radici culturali e promuovendo la continuità delle tradizioni. Inoltre, gli ecomusei in Sicilia promuovono lo sviluppo sostenibile, integrando l’aspetto ambientale con quello culturale ed economico. La valorizzazione del patrimonio naturale è fondamentale per la conservazione delle risorse e degli ecosistemi locali, e gli ecomusei incoraggiano pratiche di turismo responsabile e sostenibile, sensibilizzando i visitatori sull’importanza della conservazione dell’ambiente e promuovendo attività che minimizzano l’impatto negativo sull’ecosistema (Riva, 2011).

Dal punto di vista economico, gli studi in materia hanno ormai comprovato da oltre vent’anni che gli ecomusei favoriscono lo sviluppo delle comunità locali. Attraverso la promozione di prodotti tipici, l’artigianato locale e la valorizzazione delle tradizioni, si creano opportunità di lavoro e si stimola l’economia a livello locale. Inoltre, la presenza degli ecomusei attira visitatori interessati alla cultura e alla natura, contribuendo alla crescita del settore turistico nella regione (Maggi, 2001). La creazione di una rete di ecomusei in Sicilia offre numerosi vantaggi. Innanzitutto, permette di condividere esperienze, conoscenze e risorse tra i diversi ecomusei, facilitando lo scambio di buone pratiche e favorendo la collaborazione. Questo porta ad un arricchimento reciproco e alla creazione di sinergie tra gli ecomusei stessi. Inoltre, la rete di ecomusei crea una piattaforma comune per la promozione culturale e turistica, che può essere utilizzata per attirare l’attenzione a livello regionale, nazionale e internazionale. La promozione congiunta del patrimonio siciliano contribuisce a consolidare l’immagine della Sicilia come destinazione turistica di rilievo, aumentando l’afflusso di visitatori e generando benefici economici per l’intera regione.

In questo contesto, assume maggiore rilievo anche l’espressione di “patto territoriale”, se si conta che, in materia di ecomusei particolarmente, ci si riferisce con questa ad un accordo o un patto tra vari attori locali, come le istituzioni pubbliche, le organizzazioni della società civile, le imprese e le comunità locali, per promuovere lo sviluppo sostenibile di un determinato territorio. Il patto territoriale implica una collaborazione tra questi diversi attori al fine di raggiungere obiettivi comuni, come la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, la promozione dell’economia locale, la tutela dell’ambiente e il miglioramento della qualità della vita delle persone che vivono nel territorio interessato. Questo tipo di accordo può coinvolgere diverse azioni e strategie, come la pianificazione partecipata, la gestione condivisa delle risorse, l’implementazione di progetti di sviluppo sostenibile e la creazione di reti di collaborazione tra gli attori locali. L’obiettivo principale di un patto territoriale è quello di stimolare una governance condivisa e inclusiva, in cui tutti gli attori coinvolti contribuiscono attivamente alla definizione delle politiche e delle azioni che riguardano il territorio (Riva, 2009).

Attraverso i patti territoriali, si cerca di favorire un approccio integrato e olistico allo sviluppo locale, che tenga conto delle dimensioni sociali, economiche, culturali e ambientali. Questo tipo di partenariato può contribuire a creare un senso di appartenenza e responsabilità nei confronti del territorio, promuovendo una gestione più sostenibile e partecipativa delle risorse e delle attività locali. Non di meno, i patti territoriali possono favorire lo scambio di conoscenze e buone pratiche tra gli attori coinvolti, consentendo di apprendere dagli esempi di successo e di affrontare in modo condiviso le sfide e le opportunità che si presentano nel contesto locale.

In sostanza, gli ecomusei in Sicilia rappresentano un’importante risorsa per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale. Il loro approccio partecipativo coinvolge attivamente le comunità locali, promuovendo un senso di appartenenza e di responsabilità verso il proprio territorio. Diventa altresì vero che gli ecomusei favoriscono uno sviluppo sostenibile, integrando gli aspetti culturali, ambientali ed economici. La creazione di una rete di ecomusei permette di massimizzare il potenziale del patrimonio siciliano, stimolando la collaborazione tra le diverse realtà territoriali e promuovendo la regione come meta turistica di rilievo. 

Da questo punto di vista, risulta emblematico il caso studio dell’Ecomuseo del Cielo e della Terra di Acireale, che rappresenta un interessante oggetto di studio nell’ambito della conservazione del patrimonio culturale e naturale. Situato nella provincia di Catania, in Sicilia, questo ecomuseo unico nel suo genere si estende su un territorio che comprende sia l’entroterra montuoso che la costa marina. La sua esistenza è finalizzata alla salvaguardia, valorizzazione e promozione delle risorse culturali, storiche, naturali e paesaggistiche di Acireale e delle zone circostanti. L’ecomuseo si basa su approcci interdisciplinari, integrando elementi di archeologia, storia, etnografia e scienze ambientali per fornire un quadro completo delle diverse dimensioni del patrimonio locale. Tramite itinerari tematici e percorsi culturali, offre ai visitatori l’opportunità di esplorare siti archeologici, come antichi insediamenti, e di ammirare le testimonianze artistiche e architettoniche presenti nelle chiese storiche della regione (Abis, 2021). Oltre al valore culturale, l’ecomuseo si concentra anche sulla conservazione della biodiversità e dei paesaggi naturali. La ricchezza costiera, le riserve naturali e le affascinanti aree montuose della zona forniscono un contesto ideale per lo studio della flora e della fauna locali. Escursioni guidate lungo sentieri panoramici permettono ai visitatori di apprezzare la bellezza incontaminata delle spiagge e delle calette, nonché di osservare da vicino l’ecosistema unico di Acireale. Un aspetto distintivo dell’Ecomuseo del Cielo e della Terra di Acireale è il suo approccio partecipativo e inclusivo. Attraverso la collaborazione attiva delle comunità locali, il museo coinvolge i residenti nella gestione del patrimonio e nella valorizzazione delle tradizioni culturali. Attraverso attività didattiche, laboratori e eventi culturali, si promuove l’interazione tra visitatori e residenti, favorendo la condivisione di conoscenze e la creazione di un legame profondo con il territorio. In sintesi, l’Ecomuseo del Cielo e della Terra di Acireale rappresenta un caso di studio esemplare nell’ambito della conservazione e valorizzazione del patrimonio territoriale. Il suo approccio multidisciplinare, che integra aspetti culturali, storici e naturalistici, fornisce una prospettiva completa sulle risorse locali. A ciò si aggiunge che il coinvolgimento delle comunità locali garantisce un’esperienza autentica e stimolante per i visitatori, contribuendo alla preservazione delle tradizioni e all’identità culturale del luogo; attraverso l’adozione di approcci multidisciplinari, l’Ecomuseo del Cielo e della Terra di Acireale favorisce una comprensione olistica e profonda delle connessioni tra cielo e terra, contestualizzando l’importanza delle risorse naturali nel contesto socio-culturale locale (ibidem). Questo approccio si manifesta attraverso l’implementazione di percorsi pedagogici, itinerari didattici e attività di ricerca che coinvolgono sia gli studiosi che i visitatori. Inoltre, l’ecomuseo svolge un ruolo significativo nel promuovere la partecipazione attiva della comunità locale, incoraggiando la collaborazione tra istituzioni, enti locali e cittadini, al fine di garantire una gestione sostenibile del patrimonio.

Gli ecomusei siciliani come misura di contrasto alla povertà educativa

Gli ecomusei siciliani rappresentano così una possibile risposta di approccio innovativo nel contrasto alle povertà educative, a cui sono soggette le diverse comunità dell’isola, sia quelle più rurali che quelle più urbane. La povertà educativa non riguarda solo l’accesso all’istruzione formale, ma anche la mancanza di opportunità di apprendimento significative e di qualità (Milani et al., 2020; Tripi, 2021; Sottocorno, 2022; Patera, 2022; Giancola e Salmieri, 2023). In Sicilia, dove persistono disuguaglianze socioeconomiche e disparità territoriali se si considera in questo caso una prospettiva chiave sulla riproduzione culturale attraverso il sistema educativo (Bourdieu, cit. in Brown, 2018) gli ecomusei si configurano come strumenti efficaci per affrontare questa problematica.

Gli ecomusei in Sicilia sono caratterizzati da una dimensione territoriale e comunitaria. Essi si concentrano sulla valorizzazione delle risorse culturali, storiche, naturali e artigianali del territorio, coinvolgendo attivamente le comunità locali nel processo di conservazione e promozione del patrimonio. In questo modo, gli ecomusei non solo fungono da luoghi di esposizione statica, ma diventano veri e propri laboratori viventi, dove le persone possono interagire direttamente con il patrimonio culturale e naturale che li circonda.

Attraverso programmi educativi diversificati e personalizzati, gli ecomusei offrono opportunità di apprendimento non formale, che si basano sull’esperienza diretta e l’interazione attiva. I visitatori possono partecipare a laboratori didattici, escursioni guidate, dimostrazioni di mestieri tradizionali, nonché a eventi culturali e ricreativi. Queste attività coinvolgenti e hands-on favoriscono l’apprendimento esperienziale e la memorizzazione a lungo termine delle conoscenze acquisite. Inoltre, gli ecomusei promuovono l’educazione intergenerazionale, consentendo lo scambio di conoscenze e competenze tra le diverse generazioni.

Un aspetto significativo degli ecomusei è la loro capacità di coinvolgere le persone che potrebbero trovarsi in situazioni di svantaggio sociale o economico, costituendosi così come “metaprogetto” educativo – se si pensa che vanno oltre la semplice esposizione di oggetti o la presentazione di informazioni e che si basano su un approccio partecipativo e coinvolgente che mira a promuovere l’apprendimento attivo e l’interazione tra le persone e il contesto culturale e naturale in cui sono inseriti (Riva, 2008; Zizioli, 2023). Invece di concentrarsi solo sulla trasmissione di conoscenze, gli ecomusei offrono esperienze educative che coinvolgono i visitatori in attività pratiche, quali laboratori, workshop, escursioni e interazioni con i membri della comunità locale (Riva, 2008). Questo permette loro di sperimentare direttamente il patrimonio culturale e ambientale, di mettere in pratica le conoscenze acquisite e di sviluppare una connessione emotiva con il territorio. Non di meno, gli ecomusei incoraggiano l’apprendimento multidisciplinare, integrando diverse discipline come storia, antropologia, ecologia e architettura. Questo approccio olistico permette di comprendere l’interazione tra gli elementi culturali e naturali di un’area e favorisce una visione più completa e interconnessa del patrimonio. Attraverso l’educazione esperienziale e l’approccio partecipativo, gli ecomusei stimolano la consapevolezza critica, la valorizzazione delle identità culturali locali e la promozione della sostenibilità ambientale. In questo modo, fungono da strumenti di apprendimento potenti che favoriscono la comprensione, l’empatia e l’azione consapevole nei confronti del patrimonio e dell’ambiente (ibidem).

Le attività proposte da questi musei viventi sono spesso a basso costo o addirittura gratuite, rendendo l’accesso più democratico. Inoltre, gli ecomusei lavorano in stretta collaborazione con le scuole e le istituzioni educative locali per garantire un coinvolgimento costante degli studenti e dei giovani. Questo approccio inclusivo contribuisce a ridurre la povertà educativa, consentendo a tutti di accedere a un’educazione di qualità, indipendentemente dal loro background socioeconomico.

Va sottolineato che gli ecomusei siciliani non si limitano solo all’aspetto educativo, ma agiscono anche come agenti di sviluppo locale. Essi favoriscono la creazione di reti di collaborazione tra diverse realtà territoriali, incoraggiando lo sviluppo di progetti sostenibili a livello economico, sociale e ambientale. Ad esempio, gli ecomusei possono promuovere l’agricoltura locale, l’artigianato tradizionale, l’ecoturismo e altre attività che generano occupazione e migliorano la qualità della vita delle comunità locali. Così, gli ecomusei siciliani si configurano come una delle tante risposte possibili, in chiave concreta e innovativa, alle povertà educative, se si pensa che offrono opportunità di apprendimento significative, coinvolgendo attivamente le comunità locali nella valorizzazione del proprio patrimonio culturale e naturale. Grazie alla loro natura inclusiva, gli ecomusei consentono a tutti, indipendentemente dal loro contesto socioeconomico, di accedere a un’educazione di qualità. Allo stesso tempo, agendo come catalizzatori di sviluppo locale, contribuiscono alla riduzione delle disuguaglianze socioeconomiche e all’empowerment delle comunità.

In conclusione, dunque, l’ecomuseo rappresenta un’importante evoluzione nel concetto di museo e nell’educazione patrimoniale. Come processo di educazione attiva, l’ecomuseo coinvolge attivamente la comunità locale nel processo di conservazione, valorizzazione e trasmissione del patrimonio culturale e ambientale. Gli ecomusei favoriscono l’empowerment delle persone, stimolano la consapevolezza critica e promuovono la sostenibilità ambientale e lo sviluppo locale. Per migliorare l’efficacia degli ecomusei come strumenti di educazione attiva, è importante investire nella formazione del personale museale e nella collaborazione tra istituzioni, comunità locali e stakeholders. Inoltre è necessario promuovere la ricerca e lo scambio di buone pratiche tra gli ecomusei, al fine di sviluppare un approccio più integrato e sinergico nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale delle comunità.

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L'autore

Emanuele Liotta è dottorando in Processi formativi, modelli teorico-trasformativi e metodi di ricerca applicati al territorio presso l’Università degli Studi di Catania. La sua ricerca si concentra sulle povertà educative e sulla rappresentazione delle minoranze. Ha svolto attività di ricerca in progetti riguardanti l’educazione al patrimonio e la promozione dell’equità di genere nell’apprendimento continuo.