Radio Scuola Collodi. Una esperienza di web radio nella scuola primaria | Collodi School Radio. A web radio experience in primary school
Gabriele RecchiaPDF: DOI 10.5281/zenodo.6853637
Abstract
The purpose of this work is to document an educational experience conducted in a primary school in Pisa, in which the pupils were the protagonists in the creation of a web radio. The idea stemmed from a continuous search for learning contexts that can provide a place where to differentiate learning and where students can feel free to get involved with their own aptitudes and skills. As I was teaching the disciplines of the expressive linguistic field, I needed a context which would allow me to work on the language, on the different text types, on the understanding of the text as well as on the listening and speaking skills of my pupils. I also needed this context to be among the interests of the class group and that it was really their product. Being aware of their interest in new technologies, I therefore began to explore some possibilities until I came to the conclusion that we would work in the classroom to create a web radio: Radio Scuola Collodi (https://www.spreaker.com/show/radio-collodi_1). I immediately decided that the path taken would not be a parallel project to didactic planning, but that it would be our way of conducting the entire didactic planning itself. I started a shared planning process with the class group starting from key points: the awareness of the learning objectives and the skill goals to be achieved and the desire to create a cooperative learning context inspired by Freinet in which the class group was organized like a real radio newsroom.
Keywords: web-radio, cooperative pedagogy, Freinet techniques, popular pedagogy
Lo scopo del presente lavoro è quello di documentare una esperienza didattica condotta in una scuola primaria di Pisa che ha visto protagonisti gli alunni nella realizzazione di una web radio. L’idea nacque da una continua ricerca di contesti di apprendimento che possano costituire un luogo nel quale poter differenziare gli apprendimenti e nel quale ciascun alunno possa sentirsi libero di mettersi in gioco con le proprie attitudini e abilità. Trovandomi ad insegnare le discipline dell’ambito linguistico espressivo, avevo bisogno di un contesto che mi permettesse di lavorare sulla lingua, sulle differenti tipologie testuali, sulla comprensione del testo e sulle capacità di ascolto e di esposizione orale dei miei alunni. Avevo inoltre bisogno che tale contesto fosse trovato tra gli interessi del gruppo classe e che fosse realmente un loro prodotto, pertanto, consapevole del loro interesse verso le nuove tecnologie, iniziai ad esplorare alcune possibilità finché giungemmo alla conclusione che avremmo lavorato in classe per realizzare una web radio: Radio Scuola Collodi (https://www.spreaker.com/show/radiocollodi_1). Decisi sin da subito che il percorso intrapreso non sarebbe stato un progetto parallelo alla progettazione didattica, ma che sarebbe stato il nostro modo di condurre l’intera progettazione didattica stessa. Avviai un processo di progettazione condivisa con il gruppo classe a partire da due punti cardine: la consapevolezza degli obiettivi di apprendimento e dei traguardi di competenze da raggiungere e la volontà di creare un contesto di apprendimento cooperativo di ispirazione freinetiana nel quale il gruppo classe fosse organizzato come una vera e propria redazione radiofonica.
Parole chiave: web-radio, pedagogia cooperativa, tecniche Freinet, pedagogia popolare
1. Le basi pedagogiche e le nuove prospettive
Alcuni fenomeni, ormai ben radicati e ben osservabili soprattutto nella scuola primaria, rendono il lavoro degli insegnanti sempre più complicato: il moltiplicarsi dei problemi legati ai disturbi del comportamento nei bambini, il dilagare delle certificazioni di disturbi del deficit di attenzione, il crescere delle certificazioni di disturbi specifici di apprendimento, la sempre maggiore presenza di alunni non italofoni. Fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti, che non possono essere ignorati se si vogliono innescare quei cambiamenti necessari a determinare apprendimenti significativi e che richiedono da parte degli insegnanti una continua riflessione sul proprio modo di operare e di orientare le proprie scelte didattiche. Appare pertanto necessario porsi domande su quali possano essere gli orientamenti pedagogici e le scelte didattiche migliori per rispondere in modo efficace alla complessità delle situazioni che quotidianamente si vivono nelle classi. Ad una prima analisi sembra difficile pensare di poter affrontare la situazione per mezzo di una didattica di tipo trasmissivo: un intervento didattico basato su un semplice passaggio di conoscenze dall’insegnante agli alunni non può costituire una risposta efficace poiché presupporrebbe delle capacità negli alunni che sono tutt’altro che acquisite e consolidate: su tutte le capacità di attenzione e di ascolto che si danno per assodate quando invece sono proprio i punti sui quali occorre lavorare con maggiore sforzo e costanza. Sembra pertanto necessario orientare le scelte verso un approccio che preveda una partecipazione attiva degli alunni, in modo che non siano dei fruitori passivi ma che siano essi stessi a costruire i propri apprendimenti. Un approccio che possa favorire l’esercizio e lo sviluppo di un pensiero riflessivo e che preveda contestualmente un cambiamento radicale del punto di vista dalle modalità di insegnamento verso quelle di apprendimento. Grazie ai numerosi studi, conosciamo sempre meglio i processi di apprendimento e quali siano le condizioni migliori per favorirlo, persino da un punto di vista fisiologico. Dovere dell’insegnante non dovrà soltanto essere quello di riflettere su come fare ad insegnare al meglio, ma anche quello di capire se e quali siano le condizioni migliori perché vi siano i presupposti per creare apprendimenti efficaci, significativi e duraturi nel tempo. Tale ribaltamento del punto di vista costringe a porre concretamente l’attenzione sul soggetto in apprendimento: ne consegue che si debbano prendere in considerazione numerosi altri fattori, uno su tutti, quello relativo alla consapevolezza che nessuno può essere obbligato ad imparare. Tale considerazione ha a mio parere una forza rivoluzionaria enorme, in particolare nel depotenziare la figura stessa dell’insegnate quale detentore dei saperi e dominus assoluto nel processo di insegnamento-apprendimento: ammettere con chiarezza il fatto che il soggetto in apprendimento rivesta il ruolo più importante, cambia completamente le carte in gioco, a tal punto che l’insegnante non sarà più colui che detiene il sapere e lo trasmette attraverso processi unidirezionali, bensì una figura di accompagnatore e facilitatore che metta in relazione i saperi disciplinari con in soggetti in apprendimento e che crei contesti ed occasioni utili per lo sviluppo delle competenze.
Alla luce di tali considerazioni, mi sono quindi progressivamente convinto dell’inefficacia della didattica trasmissiva e mi sono rivolto verso scelte pedagogie attive di tipo cooperativo, nella convinzione che i processi di apprendimento assumano necessariamente una dimensione sociale e non prettamente individuale. Da lì il mio interesse verso la pedagogia popolare di Freinet e verso la rivisitazione in chiave contemporanea di alcune sue tecniche più importanti.
Per tradurre nella pratica didattica questi orientamenti teorici è stato importante riflettere prima su come riuscire a creare concretamene le condizioni migliori affinché gli alunni potessero raggiungere quei traguardi di competenze prescritti nelle Indicazioni Nazionali per poi impostare la progettazione didattica non più come una successione gerarchica di obiettivi, bensì come un insieme di progetti che potessero tenere conto dei seguenti punti:
- Gli alunni devono necessariamente trovare un senso in quello che fanno (le attività devono partire dal loro vissuto e gli alunni devono avere ben chiaro il motivo per cui stanno svolgendo un determinato compito)
- Le attività devono contribuire alla realizzazione di un prodotto ben preciso, devono rientrare in un progetto che veda la partecipazione stessa degli alunni sin dalle prime fasi della progettazione
- Le attività progettate devono poter essere differenziate, ciascuno degli alunni deve trovare il suo spazio secondo le proprie caratteristiche ed abilità.
La ricerca di orientamenti e fondamenti pedagogici mi ha permesso di porre delle basi solide alle mie scelte didattiche ma contemporaneamente mi ha dato la possibilità di attualizzare determinate tecniche e renderle utili a rispondere alle esigenze e ai bisogni del nostro tempo. In modo particolare, l’esperienza didattica che verrà illustrata nelle prossime pagine pone le sue basi nella pedagogia popolare di Freinet e si apre alle tematiche più attuali relative alla cittadinanza digitale e all’uso consapevole delle nuove tecnologie da parte delle nuove generazioni. Così come previsto dalla più recente normativa, l’insegnamento dell’Educazione Civica avviene secondo un Curriculo ben preciso, articolato su tre nodi fondamentali: Costituzione, Sviluppo sostenibile e Cittadinanza digitale. Quest’ultimo viene definito come “la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali”[1] ed in tal senso l’esperienza didattica condotta nella scuola primaria ha fornito un ottimo banco di prova per realizzare concretamente tale proposito.
2. La documentazione dell’esperienza: nasce Radio Scuola Collodi
Nelle prossime pagine proverò a raccontare quella che è stata ad oggi una delle esperienze più significative della mia vita scolastica: la realizzazione di una web radio in classe. Tutto ebbe inizio nel 2017 quando in due classi terze nella scuola primaria Collodi di Pisa mi ritrovavo a progettare attività relative all’area linguistico-espressiva. Sin dalla classe prima avevo provato ad organizzare le attività declinando gli obiettivi di apprendimento in progetti condivisi con gli alunni, in modo che loro stessi fossero consapevoli delle attività che avrebbero svolto e al tempo stesso riuscissero a trovare sempre un senso in quello che avrebbero fatto in classe. Con il passare del tempo, si era venuta a creare una dinamica molto virtuosa, per la quale gli alunni si sentivano ascoltati e proponevano spesso delle attività da poter realizzare con i compagni. Tale clima, unitamente alla mia intenzione di provare a sperimentare le tecniche Freinet, mi convinse circa la necessità di trovare un contenitore, uno sfondo che ci permettesse di portare avanti la programmazione didattica di italiano racchiudendola in un progetto che potesse soddisfare i principi che mi ero prefissato.
Iniziammo così con gli alunni un percorso di ricerca condivisa tentando di esplorare alcune possibilità. A partire dal fatto che tutti loro avevano grande familiarità con le nuove tecnologie e tanti di loro iniziavano a frequentare i social network, iniziammo così ad orientare la scelta verso la realizzazione di un sito internet o un blog nel quale potessimo in qualche modo aprirci al mondo. Agli alunni piaceva molto l’idea che i loro lavori potessero essere conosciuti al di fuori della classe e della scuola, in primo luogo dalle loro famiglie e poi da una più ampia platea attraverso internet. Nel ricercare le varie possibilità ci imbattemmo quindi nella possibilità di realizzare un web-radio. In poco tempo, spinti dall’entusiasmo, decidemmo di far nascere “Radio Scuola Collodi”. Una volta scelto il contenitore iniziammo ad organizzare il lavoro attraverso delle attività di brainstorming. Affinché il tutto fosse funzionale allo svolgimento della programmazione didattica e al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento prefissati ad inizio anno, fu necessario condividere con gli alunni gli obiettivi stessi in modo che fossero ben consapevoli di quello che avrebbero fatto e il perché lo avrebbero fatto.
Partimmo dunque dai macro obiettivi previsti nelle Indicazioni Nazionali per l’italiano (ascolto/parlato, lettura e comprensione del testo, produzione scritta, riflessione linguistica, ampliamento del lessico di base) e decidemmo di organizzare il lavoro in modo che le attività da svolgere fossero utili allo sviluppo di tali competenze.
Così stabilimmo che la classe sarebbe diventata una redazione giornalistica, organizzata per gruppi e che ciascun gruppo avrebbe lavorato su una determinata rubrica e che avremmo registrato all’incirca una puntata a settimana.
Dalla progettazione condivisa emersero così alcune rubriche fondamentali ed altre giudicate di minore importanza che servivano soprattutto per continuare a far lavorare i gruppi che finivano il lavoro prima degli altri. Le rubriche fondamentali risultarono le seguenti: la notizia della settimana, l’argomento della settimana, la parola della settimana, la pubblicità progresso, i giovani scrittori.
2.1 Le rubriche, gli obiettivi didattici e gli strumenti
Ciascuna delle rubriche individuate ci permise di lavorare su specifici obiettivi didattici (che io potevo osservare durante i lavori di preparazione degli elaborati) utilizzando alcuni strumenti messi a disposizione degli alunni.
Di seguito una sintesi:
la notizia della settimana → obiettivi: lettura e comprensione del testo, il testo informativo, selezione delle informazioni più importanti, sintesi scritta di un testo; strumenti: copia di tre quotidiani messi a disposizione degli alunni.
l’argomento della settimana → caratteristiche e scopi del testo argomentativo, raccolta e selezione delle informazioni relativamente ad un determinato argomento, consultazione di testi specialistici per la ricerca delle informazioni; strumenti: un PC con connessione ad internet, una enciclopedia per ragazzi.
la parola della settimana → ampliamento del lessico, ricerca sul vocabolario, ricerca sulla lingua, utilizzo del lessico acquisito in contesto nuovi e specifici; strumenti: due dizionari etimologici, due vocabolari di italiano.
la pubblicità progresso → produzione scritta di un testo libero, elementi dei principi base della comunicazione, riflessioni su tematiche di cittadinanza.
i giovani scrittori → analisi della struttura e composizione scritta del testo narrativo, analisi del testo poetico e composizione scritta.
Dopo aver scelto le rubriche condividemmo anche alcune indicazioni pratiche che ciascun gruppo avrebbe dovuto seguire per svolgere al meglio il proprio lavoro.
La notizia della settimana
(obiettivi di apprendimento: lettura e comprensione del testo, il testo informativo, selezione delle informazioni più importanti, sintesi scritta di un testo)
Ecco un breve promemoria su come svolgere al meglio il lavoro.
- Scegliere accuratamente una notizia da un quotidiano: pensare che la notizia deve essere interessante per il pubblico che ascolta la radio.
- Leggere attentamente la notizia e individuare le parole nuove di cui cercare il significato.
- Cercare di rispondere, ciascuno sul proprio quaderno, a queste domande guida:
Di chi parla?
A quando si riferiscono i fatti?
Dove si svolgono i fatti?
Che cosa racconta? - Scrivere in gruppo, su un foglio, un breve testo con le informazioni più importanti dell’articolo da leggere in radio.
- Ciascuno ricopia il testo sul proprio quaderno.
La parola della settimana
(ampliamento del lessico, ricerca sul vocabolario, ricerca sulla lingua, utilizzo del lessico acquisito in contesto nuovi e specifici)
Ecco un breve promemoria su come svolgere al meglio il lavoro.
- Consultare il vocabolario per individuare la parola da analizzare: la parola deve essere “interessante”, deve suscitare la curiosità del pubblico che ascolta.
- Leggere e provare a capire bene il significato della parola.
- Capire da dove proviene consultando il dizionario etimologico.
- Scrivere il significato della parola e da dove proviene.
- Scrivere una frase utilizzando la parola scelta.
La Pubblicità Progresso
(produzione scritta di un testo libero, elementi dei principi base della comunicazione)
Ecco un breve promemoria su come svolgere al meglio il lavoro.
La pubblicità progresso consiste nel dare dei consigli e delle informazioni ai nostri ascoltatori riguardo argomenti di interesse pubblico. I consigli e le informazioni possono riguardare la salute delle persone, i comportamenti corretti da mantenere in specifiche situazioni, come comportarsi in luoghi differenti, ecc.
- Mettersi d’accordo nel gruppo sull’argomento da affrontare.
- Prendere un foglio bianco e scrivere al centro l’argomento scelto
- Raccogliere su quel foglio tutte le idee che sono emerse riguardo l’argomento scelto dal gruppo.
- Scrivere un testo di gruppo sull’argomento usando le idee emerse.
- Ricopiare il testo sul proprio quaderno.
I giovani scrittori
(analisi della struttura e composizione scritta del testo narrativo, analisi del testo poetico e composizione scritta)
Ecco un breve promemoria su come svolgere al meglio il lavoro.
Questa rubrica è davvero molto bella perché vi permette di tirare fuori tutto il vostro talento di scrittori e di mostrarlo a tutti gli ascoltatori.
Per prima cosa dovete decidere se scrivere un testo in PROSA (racconti) o un testo in POESIA.
Se avete scelto un testo in PROSA, seguite queste indicazioni:
- Scegliere se scriverete un racconto realistico o fantastico
- Decidere se il narratore del racconto sarà in prima persona o in terza persona
- Decidere prima chi è il protagonista, quando e dove si svolge la storia, scrivendo queste informazioni ciascuno sul proprio quaderno.
- Raccogliere le idee
- Scrivere il testo in gruppo su un foglio bianco dividendolo tra inizio, svolgimento, conclusione.
- Rileggere per capire se la storia può piacere al pubblico.
- Ricopiare la storia ciascuno sul suo quaderno.
L’argomento della settimana
(raccolta e selezione delle informazioni relativamente ad un determinato argomento, consultazione di testi specialistici alla ricerca delle informazioni)
Ecco un breve promemoria su come svolgere al meglio il lavoro.
Questo lavoro è davvero molto interessante perché lascia la possibilità di scegliere un argomento a vostro piacere da approfondire. Si consiglia di scegliere un argomento che possa essere di interesse anche per il pubblico che ascolta la trasmissione radiofonica.
- Per scegliere l’argomento in gruppo potete fare così: ciascuno pensa ad un argomento e lo scrive su un bigliettino senza farlo leggere agli altri componenti del gruppo.
- Potete leggere i vari argomenti e decidere quale approfondire.
- Dopo aver scelto l’argomento, dovete raccogliere le informazioni dall’enciclopedia della classe o da internet.
- Dopo aver raccolto le informazioni dovete scegliere quelle che vi sembrano più importanti e metterle in ordine.
- Scrivere un testo di gruppo e rileggerlo per controllare se può essere interessante per il pubblico.
- Copiare il testo sul proprio quaderno.
Prima di entrare nel vivo dell’organizzazione del lavoro, avevamo anche condiviso con la classe delle regole di comportamento da mettere in atto durante il lavoro.
I gruppi dovranno mantenere un livello di voce basso per far si che tutti possano lavorare al meglio in un clima sereno e silenzioso
Se il “volume” del gruppo classe sarà troppo elevato, gli insegnanti segnaleranno con un puntino rosso alla lavagna il comportamento scorretto. Al raggiungimento dei tre puntini rossi, il lavoro sarà sospeso e sarà ripreso il giorno successivo. Si precisa che se la classe manterrà il giusto comportamento per almeno venti minuti, potrà essere cancellato un punto rosso, ogni venti minuti.
2.2 Il lavoro sul testo: il cuore del progetto
A differenza di come ci si potrebbe aspettare da un progetto che ha come prodotto finale una registrazione audio, l’obiettivo centrale è stato sin da subito quello di far scrivere agli alunni un testo, che soltanto dopo avrebbero letto alla radio. La gran parte del lavoro svolto, totalmente in classe, era dunque sull’elaborazione di un testo. In particolare, ciascun gruppo, dopo aver scelto la rubrica e l’argomento di cui parlare, lavorava sulla stesura di un testo collettivo fino a produrre una prima bozza. Quando ciascun gruppo aveva terminato la bozza iniziava il lavoro di correzione e di riflessione con l’intero gruppo classe: l’idea di fondo era che il prodotto finale, la puntata da registrare, era di responsabilità dell’intera classe e che quindi tutti dovessero contribuire a migliorare il testo di ciascun gruppo. Questa parte di rielaborazione delle bozze prodotte da ciascun gruppo era il vero cuore del progetto: in questa fase era possibile fare una riflessione sulla struttura del testo e sulla lingua, davvero molto interessante ed approfondito, con il coinvolgimento attivo dell’intero gruppo classe.
Una volta ascoltate le proposte del gruppo classe, il singolo gruppo doveva dunque rielaborare la bozza e licenziare il testo finale da leggere alla radio: ciascun alunno ricopiava il testo sul proprio quaderno in modo da averlo per sé ed esercitarsi nella lettura della propria parte.
2.3 La registrazione: radio, motore, azione!
Una volta che tutti i gruppi avevano finito di trascrivere il testo definitivo sul quaderno, iniziava la fase di registrazione. Lo strumento utilizzato è una piattaforma di nome Spreaker che permette la creazione di podcast e la pubblicazione on-line in modo che le puntate realizzate possano essere ascoltate da chiunque decida di farlo attraverso un semplice link: https://www.spreaker.com/show/radio-collodi_1. La piattaforma è di semplice utilizzo ed è necessaria una strumentazione minima, anche un semplice smartphone. Per gli alunni si trattava senza dubbio del momento più coinvolgente: ciascun gruppo si divideva il testo in parti da leggere, in modo che ciascun alunno avesse un pezzo.
La fase di registrazione era un momento davvero molto particolare. Assumeva un valore meditativo nella misura in cui i bambini vivevano con piena consapevolezza il momento presente, calati nel “qui e ora” avevano modo di esercitare facoltà molto importanti come l’attenzione e la concentrazione. Dal momento in cui indossavano le cuffie e impugnavano il microfono, si calavano perfettamente nella parte impegnandosi e concentrandosi molto per non commettere errori, rispettando soprattutto l’ordine ed il silenzio necessario per una registrazione di qualità. Quando tutti avevano registrato il loro pezzo, la puntata si considerava terminata e gli alunni scoppiavano in un boato di contentezza. Una volta pubblicata la puntata sulla piattaforma, veniva inviato immediatamente il link ai rappresentanti dei genitori in modo che lo potessero divulgare al resto delle famiglie: l’entusiasmo era davvero tanto da parte degli alunni nel sapere che tutti avrebbero potuto ascoltare il loro lavoro.
2.4 Osservazione e valutazione formativa
Un aspetto molto interessante del riuscire a creare dei contesti di apprendimento nei quali gli alunni sappiamo esattamente cosa fare e siano impegnati attivamente in prima persona, sta nel fatto che l’insegnante non è più impegnato in prima persona nel tentativo di trasmettere dei saperi ma ha la possibilità e il tempo di porsi in una posizione molto vantaggiosa rispetto all’osservazione del processo di insegnamento-apprendimento. Una volta creato il contesto affinché gli alunni possano lavorare con motivazione e in autonomia, l’insegnante può occupare a tutti gli effetti una posizione molto privilegiata, quella di osservatore e di accompagnatore.
Nello specifico dell’esperienza in oggetto, quando la classe si trasformava in una redazione giornalistica, ciascun alunno e ciascun gruppo sapeva perfettamente che cosa avrebbe dovuto fare per svolgere al meglio il lavoro, pertanto, una volta che le attività venivano avviate, l’insegnante aveva tutto il tempo per osservare i propri alunni sotto differenti punti di vista (impegno, capacità di lavorare in gruppo, livello di autonomia raggiunto) ma anche di valutare i loro progressi relativamente ai processi cognitivi e agli obiettivi di apprendimento prefissati per un determinato periodo dell’anno.
La realizzazione di un contesto come quello creato in occasione di questa esperienza si era rivelata davvero utile per conferire alla valutazione un carattere realmente formativo: si erano venuta a creare concretamente una condizione favorevole affinché il processo di osservazione e valutazione assumesse realmente un carattere di guida e di accompagnamento verso la creazione dei saperi e dello sviluppo delle competenze.
Di seguito si riporta uno degli strumenti di osservazione utilizzati per monitorare e registrare i progressi dei lavori dei singoli gruppi:
| Puntata | Data | Classe |
| Prima | 30 ottobre 2018 | IV A |
| Gruppi di lavoro | Rubrica | Progressi |
1 | Alessia, Victoria, Abedin | Argomento della settimana | Tema scelto: in viaggio con gli animali domestici. Devono aggiustare un po’ il testo ma sono a buon punto. |
2 | Filippo, Manu, Anna, Alex | Notizia della settimana | Il verde a Pisa non basta. Ancora non hanno finito di raccogliere tutte le in formazioni necessarie |
3 | Elia, Lorenzo, Alessandro B, Alessandro C. | La parola della settimana | Adone: hanno quasi finito ma devono renderlo più chiaro, ci sono dei passaggi nel testo sui quali devono ancora lavorare. Devono ancora scrivere la frase di esempio. |
4 | Luigi, Deiv, Felicia | Cose ne pensiamo | Tema scelto: Halloween. Devono copiare sul quaderno. |
5 | Daniele, Chiara, Deiv | Nuove tecnologie | Tema scelto: il computer |
6 | Sara, Mattia, Valeria | Giovani scrittori | Poesia: va benissimo ma devono copiarla sul quaderno. |
| Comportamento | Tutti gruppi lavorano in modo abbastanza confusionario, non riescono ancora ad organizzarsi bene. |
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2.5 Differenziazione ed inclusione
Due temi cari alle pedagogie attive e cooperative, e quanto mai attuali, sono quelli della differenziazione degli apprendimenti e dell’inclusione. Con riferimento all’esperienza oggetto di questo contributo è utile sottolineare come l’organizzazione del lavoro e l’ampia versatilità delle strumento e delle attività, ha consentito durante il percorso di proporre attività differenziate a seconda dei vari bisogni e soprattutto di includere tutti gli alunni e farli sentire pienamente parte del progetto: particolarmente interessante si è rivelata la possibilità di includere gli alunni con bisogni speciali e con disabilità cognitive in piccoli gruppi di lavoro all’interno dei quali potessero esprimere al meglio le loro potenzialità e sentirsi accolti nei loro bisogni. Anche in questa occasione, l’utilizzo di un contenitore così ampio come quello della web-radio ha consentito di includere realmente tutti e di dare a tutti la possibilità di esprimere al meglio il proprio potenziale, assumendo anche quella funzione di orientamento che l’agire didattico dovrebbe favorire negli alunni.
2.6 La messa in onda: condivisione e documentazione
Un altro aspetto interessanti dell’utilizzo dello strumento della web-radio si è rivelato quello relativo alla possibilità di condividere in modo molto diretto e senza troppe mediazioni il lavoro svolto in classe: in qualche modo era come se attraverso l’ascolto delle puntate, le famiglie entrassero direttamente in classe e toccassero con mano il lavoro svolto dai loro figli. Tutto ciò, con il passare del tempo, ha contribuito a creare un meccanismo, a mio parere molto virtuoso, di collaborazione con le famiglie che ha portato alla realizzazione di altre attività.
Altro aspetto interessante è che il prodotto finale, vale dire le registrazioni, restano come una forma di documentazione delle attività didattiche svolte in classe: il mezzo radiofonico, in tal senso, ha un grandissimo potenziale nel rappresentare un vero e proprio racconto di quello che si è fatto in classe, in modo molto fedele e diretto.
2.7 Le potenzialità dello strumento: interdisciplinarietà
In tutto il periodo di realizzazione dell’intero progetto sono state moltissime le attività che abbiamo provato a sperimentare e che non rientrano in questo racconto: una su tutte la realizzazione di una canzone che ha identificato per l’intero percorso la radio della classe. In collaborazione con un maestro di musica, chiamato ad effettuare delle ore di potenziamento musicale, gli alunni hanno composto una musica e scritto le parole di quello che è diventato un vero e proprio inno del gruppo classe. Tale esperienza lascia intuire il grandissimo potenziale dello strumento, in particolare per la possibilità di realizzare attività realmente interdisciplinari.
2.8 L’esercizio della cittadinanza digitale e l’uso delle TIC
Come accennato nelle prime pagine di questo contributo, la scelta di creare contenuti radiofonici digitali è stata fondamentale per condurre un lavoro di consapevolezza sull’utilizzo delle nuove tecnologie tanto in ambito scolastico quanto nella vita privata degli alunni che hanno avuto modo di riflettere su come potessero condividere i propri saperi e le proprie opinioni e di sperimentare le regole della comunicazione digitale e le sue potenzialità. La realizzazione della web-radio ha dato infatti avvio ad un progetto parallelo relativo alla veridicità delle informazioni sul web e sulla ricerca delle fonti che si è rivelato estremamente interessante e utile, permettendo a noi insegnati di indagare sulle abitudini dei nostri alunni in relazione all’utilizzo della rete e dei social network e di individuare alcune situazioni a rischio.
L’intera esperienza si è rivelata molto interessante anche per quanto riguarda l’approccio alle TIC, in particolare nelle occasioni durante le quali siamo stati costretti ad organizzare le attività didattiche a distanza (DAD). Nel marzo 2020, le due classi che avevano iniziato il percorso della web radio erano intanto arrivate a frequentare la classe quinta. Vista la loro dimestichezza con l’utilizzo dei mezzi informatici, decidemmo di provare a riprodurre a distanza il lavoro della redazione che eravamo abituati a svolgere in classe: gli alunni riuscivano a lavorare in gruppo in videochiamata ma, cosa decisamente più interessante, lavoravano in modo molto efficace sui testi in modo condiviso, sotto la mia sorveglianza. L’utilizzo di files di testo condiviso ha dimostrato in quella occasione una tale potenzialità che ho ritenuto utile utilizzare la medesima modalità di lavoro in altri contesti seppur in presenza. La stessa fase di lettura e registrazione dei contribuiti realizzati dagli alunni fu effettuata a distanza, così che si riuscì a registrare e pubblicare l’ultimo atto dell’esperienza pur trovandoci ciascuno nelle proprie abitazioni.
3. Esperienze a confronto
La validità dello strumento digitale del podcast o della web-radio è confermata dalla progressiva diffusione in ambito educativo: da una breve ricerca ci accorgiamo di come nel territorio nazionale siano nate e stiano nascendo numerose esperienze di radio scolastiche. Personalmente ho avuto modo di conoscere direttamente l’esperienza di Radio Freccia Azzurra (http://radiofrecciaazzurra.blogspot.com/) e avevo avuto modo di leggere dell’esperienza genovese di Radio Garaventa (https://it-it.facebook.com/radiogaraventa.genova/). Entrambe le esperienze vedono protagonisti i bambini della scuola primaria nella realizzazione e produzione di contenuti digitali radiofonici.
Recentemente, nella mia scuola di attuale appartenenza, abbiamo avviato un progetto di plesso rivolto alla realizzazione di una web-radio (Radio Viviani: https://www.spreaker.com/show/radio-viviani) per declinare gli obiettivi del Curriculo di Edicazione Civica, in particolare per quel che riguarda l’ambito dello sviluppo delle competenze digitali. Al progetto aderiscono tutte le classi della scuola primaria Viviani di Marina di Pisa che periodicamente collaborano per mettere in onda dei podcast con tematiche scelte e condivise con gli alunni.
Bibliografia
Bottero E., Pedagogia cooperativa. Le pratiche Freinet per la scuola di oggi, Armando, Roma 2021.
Catarsi E., Freinet e la “Pedagogia Popolare” in Italia, La Nuova Italia, Milano 1999.
Ciari B., Le nuove tecniche didattiche, Edizioni dell’Asino, Roma 2012.
De Bartolomeis F., Fare scuola fuori dalla scuola, Aracne, Roma 2018.
Freinet C., Les invariants pédagogiques. Oeuvres pédagogiques, Seuil, Paris 1994, vol. 2, pp. 383-413.
Freinet C., La scuola del fare. Principi (vol. I), Metodi e tecniche (vol. II), tr. it., Emme Ed., Milano 1977-78.
Freinet C., L’apprendimento della scrittura, (1971), tr. it., Editori Riuniti, Roma 1978.
Hadji C., La valutazione delle azioni educative, La Scuola, Brescia 2017.
Meirieu Ph., Fare la Scuola, fare scuola. Democrazia e pedagogia, Franco Angeli, Milano 2015.
Meirieu Ph., Frankenstein educatore, Junior, Bergamo 2007.
Meirieu Ph., Una scuola per l’emancipazione. Libera dalle nostalgie dei vecchi metodi e da suggestioni alla moda, Armando, Roma 2020.
Perrenoud P., Costruire competenze a partire dalla scuola, Anicia, Roma 2010.
Note
[1] Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica in applicazione della legge 20 agosto 2019, n. 92.
Gabriele Recchia è maestro elementare da poco più di una decina di anni. Dopo essersi laureato in Lettere, ha intrapreso la strada per accedere all’insegnamento conseguendo la laurea in Scienze della Formazione Primaria nel 2009. Da allora ha sempre insegnato nella scuola primaria cercando di conciliare l’approfondimento teorico con la ricerca sperimentale. Dal 2016 è attivo nel M.C.E. dove ha avuto modo di far parte del Gruppo Nazionale sulla Valutazione Formativa e di condividere le proprie esperienze all’interno di un Gruppo di Studio sulle tecniche di Célestin Freinet.