Paulo Freire: radici e innesti, teorie e pratiche
Il pensiero politico-educativo di Paulo Freire non si riconosce dogmaticamente in una scuola teorica specifica, ma si riferisce costantemente all’azione educativa, per cui non è facilmente definibile, etichettabile o categorizzabile. Ciò non esime dal rintracciare nelle sue idee, influenze provenienti
da letture di diverse correnti di pensiero che sono riconducibili per lo più all’esistenzialismo, al personalismo, al marxismo (umanista e dialettico), alla teologia della liberazione, al pensiero decoloniale. Nelle continue antitesi tra elementi come oppressi/oppressori, educatore/educando, educazione bancaria/critica, dialogo/antidialogo analizzate e approfondite da Freire risuona il richiamo alla dialettica hegeliana. Evidente il riferimento a Marx nella pedagogia della praxis, come forza riflessiva e trasformatrice.
Freire svela la complessità propria delle dinamiche di oppressione e, allo stesso tempo, mette in rilievo l’importanza della conoscenza e dei saperi dell’esperienza. Nei suoi lavori dà significato all’esplorazione della dimensione conflittuale che fa da sfondo e, nel contempo, è sostanza dei rapporti gerarchici e delle relazioni asimmetriche che possono essere sperimentate non solo in situazioni di evidente oppressione, ma anche in quelle esperienze che consideriamo protette ma che si rilevano violente anche in campo educativo, affettivo e sociale.
A partire da questi presupposti, per il centenario, vogliamo ripensare a Paulo Freire analizzando in modo profondo e attento le radici del suo pensiero (e quindi delle sue pratiche). Perché consideriamo che Freire vada reinventato andando alle basi del suo pensiero filosofico, politico, quindi educativo. Altrimenti il rischio è quello di farne una figura generalista e soggetta a manipolazioni perdendo di vista le pervasività dei saperi delle sue pratiche. Invitiamo a presentare proposte di contributi che descrivano e analizzino esperienze di ricerca di matrice pedagogica, sociologica, filosofica, psicologica. Di particolare interesse saranno considerati i lavori di ricerca che partono da dati empirici e che descrivono il costituirsi di esperienze di lunga data.
I temi di interesse della call sono i seguenti:
- la sperimentazione di pratiche sociali ed educative e di integrazione tra Università, organizzazioni del terzo settore, scuole e territorio che possano essere lette alla luce del pensiero di Freire;
- esperienze di teatro e di pratiche artistiche che ricalchino le dinamiche di oppressione e le leggano con le categorie freieriane;
- la comparazione tra diversi testi dell’autore che ne metta in evidenza l’attualità, ma anche i punti di forza e di debolezza nella lettura della realtà educativa e sociale attuale;
- lo studio e l’analisi delle categorie filosofiche presenti presenti nel pensiero di Freire, in funzione di un loro approfondimento teorico e/o applicativo;
- rilettura di Paulo Freire nelle prospettive decoloniali, femministe, ecopedagogiche o legate alle epistemologie dei movimenti sociali;
- interventi che mettano in luce le relazioni internazionali con il campo della pedagogia critica contemporanea.
Gli articoli proposti devono essere inediti e dovranno essere inviati entro il 30 giugno 2021 all'indirizzo redazione.educazioneaperta@gmail.com. Potranno essere elaborati in italiano, inglese, spagnolo, portoghese o francese. Dovranno attenersi scrupolosamente alle norme editoriali disponibili a questo link: https://educazioneaperta.it/guidelines. Gli articoli saranno sottoposti a un processo di revisione a doppio cieco, gli articoli accettati saranno pubblicati nel secondo numero di Educazione Aperta, in uscita a dicembre 2021.